Il magnate britannico del commercio al dettaglio Sir Philip Green ha perso una battaglia legale presso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, che ha stabilito che i suoi diritti non sono stati violati quando è stato nominato in Parlamento in relazione ad accuse di molestie sessuali. Green aveva cercato di mantenere l'anonimato attraverso un'inibitoria, ma è stato identificato pubblicamente in base al privilegio parlamentare nel 2018. La corte ha stabilito che l'uso del privilegio parlamentare era legittimo e non violava il suo diritto alla privacy. Il caso è derivato dal movimento #MeToo e ha sollevato interrogativi sul bilanciamento tra privacy e interesse pubblico. La sentenza segna una significativa sconfitta per Green, che aveva cercato di mettere in discussione la trasparenza delle divulgazioni parlamentari.
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